Vetralla – “Un meccanismo criminoso ben collaudato ed estremamente pericoloso”. Lo si legge in un passaggio dell’ordinanza del gip di Roma, Annalisa Marzano, che ha disposto i domiciliari per la dirigente della Regione Lazio e vicesindaca di Vetralla, Flaminia Tosini, e l’imprenditore Valter Lozza, amministratore delle società Ngr Srl e Mad Srl.
I due sono finiti ieri in manette con l’accusa di corruzione, concussione e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente.
La Regione Lazio – Nel riquadro Flaminia Tosini
L’indagine della procura di Roma coordinata da Paolo Ielo e Nunzia D’Elia vede la dirigente e l’imprenditore coinvolti in un’operazione illecita sul ciclo integrato dei rifiuti urbani della regione Lazio.
Tosini, stando alle indagini, avrebbe avuto un ruolo decisivo nella scalata societaria di Lozza nella Ngr Srl che, inizialmente, era controllata da un altro imprenditore. Questo meccanismo sarebbe poi andato a incidere sul procedimento di rilascio dell’autorizzazione in favore della società per realizzare la nuova discarica di rifiuti solidi urbani di Roma, in località Monte Carnevale.
Flaminia Tosini
Tosini sarebbe stata a disposizione per risolvere qualsiasi tipo di problematica riguardante l’attività di Lozza che con la Mad Srl era già gestore delle discariche Rsu di Roccasecca e Civitavecchia.
“Un meccanismo criminoso, ben collaudato, estremamente pericoloso e pregiudizievole – si legge nell’ordinanza – sia per la corretta e trasparente individuazione di un sito idoneo alla destinazione dei rifiuti solidi urbani della capitale, che nella complessiva gestione degli interessi inerenti la gestione delle attività dedite allo smaltimento dei rifiuti e alla gestione delle discariche”.
Secondo il gip Annalisa Marzano “l’intero dipartimento della regione Lazio, cruciale per la salvaguardia dell’interesse ambientale del territorio laziale, a causa delle condotte illecite poste in essere dalla sua dirigente è stato totalmente ripiegato sugli interessi privati di Lozza. L’indagata, pur ricoprendo un incarico piuttosto delicato, con una straordinaria astuzia e inconsueta disinvoltura, ha manipolato la procedura amministrativa volta alla individuazione della prossima discarica di rifiuti solidi urbani della Capitale e lo faceva ricorrendo ad indebite scorciatoie”.
Non solo. La dirigente Tosini sarebbe riuscita ad orientare a suo piacimento, in favore di Lozza, le determinazioni regionali.
Il gip, infatti, afferma che la vicesindaca di Vetralla “non contenta, orientava le determinazioni regionali, in tema di rifiuti, agli interessi dell’amico imprenditore che gestiva anche le discariche di Civitavecchia e Roccasecca: nel primo caso assicurando a Lozza l’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi di Civitavecchia e nel secondo caso riuscendo a manipolare le determinazioni di altri organi dello stato (la presidenza del consiglio dei ministri) assicurando a Lozza la conferma dell’innalzamento della quota della discarica di Roccasecca (a mt 16,70 come stabiliti originariamente dalla Regione Lazio)”.
I rapporti tra Tosini e Lozza non erano solo di interesse economico. Con l’imprenditore la dirigente regionale aveva anche un rapporto extraconiugale.
Tosini, si legge nel provvedimento della Gip, “anziché destinare le proprie conoscenze tecniche e le proprie funzioni all’interesse pubblico, e in particolare al bene pubblico per eccellenza quale quello della salubrità dell’ambiente, destinava il proprio ufficio e l’intero reparto dedicato al ciclo integrato dei rifiuti, nel quale si muoveva con straordinaria disinvoltura, agli interessi privati di Valter Lozza, con il quale intratteneva una relazione extraconiugale condividendone, però, anche gli affari”.
Elisa Cappelli
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Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
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