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Tribunale - Maltrattamenti alla scuola media - La difesa punta ai voti sulle pagelle del primo quadrimestre - Ma per sentire i testimoni a discolpa bisognerà aspettare il 2022

“Prof bulla? In quella classe furono dati una selva di sei in condotta”

di Silvana Cortignani
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Bagnoregio – “Prof bulla? In quella classe furono dati una selva di sei in condotta”. La difesa punta ai voti sulle pagelle del primo quadrimestre, ma per sentire i testimoni a discolpa bisognerà aspettare il 2022.

Bisognerà aspettare nove mesi, fino a marzo 2022, per sentire i testi della difesa dell’insegnante Giuseppina Castellani, la docente di italiano della scuola media di Bagnoregio rinviata a giudizio per presunti maltrattamenti in classe a un alunno tredicenne cui avrebbe dato ripetutamente dello stupido davanti a tutti i compagni. 

Al setaccio anche il registro elettronico della prof, che secondo gli alunni durante la lezione avrebbe visitato siti a luci rosse, dei quali però non è stata trovata traccia nella cronologia delle ricerche. 

Nel frattempo sono passati oltre cinque anni da quando, nel febbraio 2016, l’insegnante, fu denunciata dai dell’adolescente allertati da due catechiste e pochi giorni dopo sospesa dal servizio. A due anni dalla pensione, non sarebbe più tornata, per scelta, dietro una cattedra.

Il difensore Giovanni Labate è intenzionato a sentire, tra i testi a discolpa, anche i colleghi dell’imputata. In particolare sulla circostanza dei diversi sei in condotta avuti in pagella, alla chiusura del primi quadrimestre, da diversi studenti della classe che si sarebbero distinti per essere particolarmente discoli e vivaci. 

Il processo, che sarebbe dovuto riprendere ieri, è stato rinviato in quanto nel frattempo il giudice Giacomo Autizi è stato trasferito all’ufficio gip-gup e il suo successore, Francesco Rigato, è incompatibile avendo rinviato a giudizio da gup la professoressa, una sessantenne di Castel Giorgio, il 28 giugno 2018.

A due anni esatti dal rinvio a giudizio, il procedimento passa quindi al collega Roberto Colonnello, che non potrà però trattarlo, per via dei ruoli pieni, prima della prossima primavera.


Giovanni Labate

Il difensore Giovanni Labate


La vicenda

L’alunno adolescente sarebbe stato umiliato e vessato davanti a tutti la classe, con i compagni costretti a farlo sedere con le mani dietro la schiena su una sedia e invitati a schiaffeggiarlo a turno, secondo uno degli episodi più cruenti raccontati dagli stessi alunni durante una lezione sul bullismo a catechismo alla vigilia di Natale del 2015. 

All’udienza dello scorso 4 febbraio cinque mamme di altrettanti alunni dell’istituto onnicomprensivo “Agosti” hanno confermato tutto, secondo i racconti dei rispettivi figli.

La professoressa di italiano gli avrebbe dato dello “stupido”. Siccome lui si rifiutava, lo avrebbe fatto buttare fuori dalla classe dai tre compagni più robusti. Avrebbe invitato gli altri a a colpirlo con un righello, “così impari”. Gli avrebbe detto “basso” con l’intenzione di offenderlo, per via della non elevata statura: “Tu le prenderai sempre, perché sei piccolo”. E avrebbe calcato ulteriormente la mano sulle sue “debolezze” dicendogli “non ti interrogo, tanto hai il 6 politico”, solo perché, essendogli stata certificata la disgrafia, le sue interrogazioni dovevano essere programmate. Gli avrebbe detto “puzzi”, quindi gli avrebbe spruzzato addosso dello spray deodorante, sempre davanti ai compagni. 


Nessun sito a luci rosse sul pc della prof

Sui pc della professoressa bulla: “Solo ricerche ‘extra’ di canzoni di David Bowie”. Quando tra fine inverno e inizio primavera di cinque anni fa l’insegnante fu denunciata dai genitori del tredicenne presunta vittima “prediletta” della prof e lei fu sospesa, furono anche posti sotto sequestro i due computer usati come registro di classe elettronico, uno dal 21 dicembre 2015 al 14 gennaio 2016 e l’altro dal 14 gennaio al 25 febbraio 2o16. 

Il ragazzino presunta vitima di bullismo, il 21 dicembre 2015, alla vigilia delle vacanze di Natale, avrebbe shoccato la prof chiedendole “cos’è il sesso anale?” e lei lo avrebbe riferito in lacrime a una mamma, il cui figlio le avrebbe a sua volta rivelato che navigava per siti porno durante le ore di lezione. 

Nulla di insolito, né tanto meno di pornografico, è però emerso dalla consulenza informatica disposta dalla pm Paola Conti, sui due pc utilizzati come registro elettronico dall’imputata tra il 21 dicembre 2015 e il 25 febbraio 2016. “Di extrascolastico – ha detto, sempre lo scorso 4 febbraio, il consulente tecnico Mauro Profili – è emersa solo una ricerca su un caso di cronaca legato al bullismo e la ricerca di canzoni di David Bowie su Youtube”.

Silvana Cortignani


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29 giugno, 2021

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