Viterbo – Un’ordinanza non motivata. Appiattita sulle conclusioni del pm. Per questo non ha retto. Per questo, il tribunale del Riesame l’ha annullata, rimettendo in libertà gli indagati di “Vento di maestrale”.
L’inchiesta di Noe, carabinieri e polstrada era letteralmente esplosa il mese scorso, con il blitz parallelo al comune di Viterbo e alla discarica di Casale Bussi. Nove persone agli arresti domiciliari e uno spiegamento di forze eccezionale, per la doppia frode milionaria tra Casale Bussi e Viterbo Ambiente. Due casi diversi, ma la sostanza, per l’accusa, è la stessa: lavori e servizi pagati a prezzo pieno, ma di scarsa qualità, con l’attitudine al massimo sforzo e al minimo risparmio.
Tempo tre giorni e il volto più noto dell’indagine, il dirigente comunale Ernesto Dello Vicario del settore rifiuti, si vede revocare i domiciliari. Segue Carlo Rosario Noto La Diega, il presidente del cda di Viterbo Ambiente, la ditta appaltatrice del servizio di raccolta rifiuti urbani e pulizia delle strade viterbesi.
Gli indagati che si rivolgono al tribunale del Riesame aspettano qualche giorno in più, ma l’esito è lo stesso: revoca dei domiciliari, per motivi formali e sostanziali riguardanti l’ordinanza d’arresto.
Come per “Genio e sregolatezza”, l’indagine della forestale sugli appalti truccati, anche per “Vento di maestrale” si ripropone il problema dell’ordinanza d’arresto “copia – incolla”: una modalità di esposizione degli elementi a carico degli indagati che per il Riesame non è corretta, perchè si uniforma al punto di vista dell’accusa.
I giudici romani parlano di motivazione mancante o apparente. Senza una valutazione autonoma da parte del giudice per le indagini preliminari, sul perché a carico degli indagati dei due filoni d’inchiesta c’è anche la pesante accusa di associazione a delinquere.
A onor del vero, i giudici viterbesi su questo non concordano: mentre il magistrato titolare del fascicolo, Massimiliano Siddi, vede due diverse associazioni a delinquere, una per il cdr prodotto al minimo a Casale Bussi (sul quale è stata disposta una consulenza proprio in questi giorni) e l’altra per Viterbo Ambiente, il gip Franca Marinelli non ritiene l’accusa sussistente per il capitolo dell’inchiesta che riguarda Viterbo Ambiente.
Resta comunque quello che, per il tribunale del Riesame, è un richiamo acritico alle richieste del pm. Una lunga serie di intercettazioni riportate e precedute dai riassunti della polizia giudiziaria, senza che sia stato spiegato a dovere come e perché il gip conferma il quadro accusatorio. Senza spiegare quali sono gli indizi che certificano l’esistenza di almeno un’associazione a delinquere.
Ed ecco il motivo del liberi tutti.
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