Viterbo – Castel d’Asso vista dall’alto. Come non l’avete mai vista. A volo d’uccello. La torre e la necropoli dell’antica Axia, a pochi chilometri da valle Faul, comune di Viterbo. La terra degli etruschi e degli asfodeli. I fiori che ancora crescono sulle tombe del popolo, sconfitto, che da queste parti ha preceduto quello romano. Le riprese sono di Giovanni Greco della Fai Cisl Viterbo e sono state girate alcuni giorni fa durante la giornata dedicata alla pulizia del sito archeologico organizzata dal sindacato dei lavoratori agricoli.
Viterbo – Castel d’Asso vista dall’alto
Si vede Castel d’Asso, necropoli etrusca risalente al IV-II secolo a.C. e scoperta solo nel 1817. Una penisola di tufo che si sviluppa all’altezza della confluenza del fosso del Procoio nel torrente Freddano. A due passi dall’area termale, una delle più importanti della regione.
Viterbo – Castel d’Asso vista dall’alto
Un’area, l’ennesima del comune di Viterbo, abbandonata a se stessa. tenuta pulita, di volta in volta, dai proprietari dei terreni. Per il resto manca tutto. Dalle indicazioni stradali, valide e pienamente leggibili per arrivarci, a quelle delle tombe. Stessa sorte, se non addirittura peggiore, per le necropoli di Poggio Giudio fuori Porta Faul e Norchia, quest’ultima, l’illustre sconosciuta del territorio comunale di Viterbo.
Viterbo – Castel d’Asso vista dall’alto
Immagini che raccontano la bellezza del posto e il suo ruolo strategico in passato. Axia, citata da Cicerone, di cui non resta più niente. E la torre del X secolo tirata su a controllo dell’incrocio tra tre valli e del passaggio delle merci attraverso un efficiente reticolo di vie di comunicazione appena fuori la città dei papi. Proiettate verso la costa e i monti della Tolfa. Un fortilizio fatto di barriere naturali, strapiombi e valloni. Attorno, la campagna al di là delle mura. Con i suoi campi e le sue profonde trasformazioni.