Viterbo – Tutela per le vittime di violenza, permessi per il Ramadan e le festività delle religioni e confessioni non cattoliche e contrasto al caporalato. Infine sostegno anche alla paternità e indennità per gli operai licenziati durante l’anno. Firmato il rinnovo del contratto dei braccianti della provincia di Viterbo.
Braccianti agricoli – Immagine di repertorio
“Un risultato storico per il nostro territorio”, dicono subito i segretari generali della Flai Cgil, Fai Cisl e Uila, rispettivamente Marco Nati, Sara De Luca e Antonio Biagioli. “Siamo tra l’altro – proseguono i sindacalisti – tra le prime province d’Italia a siglare un rinnovo che sarà valido fino alla fine del 2023”.
Il rinnovo del contratto degli operai agricoli e florovivaisti della provincia di Viterbo riguarda circa 9 mila braccianti in tutta la Tuscia ed è stato sottoscritto, assieme alle categorie di Cgil, Cisl e Uil, anche dalle organizzazioni datoriali Cia, Coldiretti e Confagricoltura.
Manifestazione sindacale
“Per la prima volta – spiegano Nati, De Luca e Biagioli – vengono introdotti istituti nuovi ed importanti che prima il contratto non prevedeva. Innanzitutto una presa di posizione forte, e pienamente condivisa dalle organizzazioni datoriali, contro il caporalato e in favore delle vittime di violenza. Viene infine introdotto, per la prima volta, il diritto dei braccianti di prendersi da uno a due giorni di riposo per le festività non cattoliche, come ad esempio il Ramadan per tutti gli operai musulmani”.
Viterbo – Marco Nati della Flai Cgil
Un altro passaggio importante del rinnovo del contratto dei braccianti agricoli della provincia di Viterbo riguarda gli appalti.
In base agli accordi presi da sindacati e organizzazioni datoriali, le imprese agricole che intendono esternalizzare una o più fasi del processo produttivo dovranno verificare, “in capo al soggetto al quale intendano demandare l’esternalizzazione stessa – sta scritto nel contratto – la corretta applicazione dei contratti collettivi e provinciali vigenti, nonché la regolarità contributiva, mediante la richiesta di consegna del Durc”. Non solo, ma il contratto prevede inoltre l’obbligo, da parte dell’impresa che vuole dare in appalto ad esempio il taglio della legna piuttosto che la raccolta sul campo di un prodotto, “di comunicare all’Ente bilaterale, Fimavla-Ebat, entro 48 ore dall’inizio dei lavori, la seguente documentazione: contratto di appalto, documenti di identità del legale rappresentante, sia dell’impresa committente che di quella appaltante, e Durc in corso di validità di entrambi i soggetti stipulanti il contratto di appalto”.
Il Fondo integrazione malattie lavoratori agricoli, Fimavla-Ebat, si occupa soprattutto, come riporta il sito internet dell’Ente, di “integrare i trattamenti assistenziali obbligatori in caso di malattia o di infortunio ed in genere di integrare l’assistenza pubblica per tutti i lavoratori nell’ambito del settore agricolo e florovivaistico della provincia di Viterbo”.
Fanno parte del comitato di gestione dell’Ente bilaterale Confagricoltura. Coldiretti, Cia, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila.
Viterbo – Sara De Luca della Fai Cisl
“Il contratto firmato – commentano poi i sindacalisti di Flai, Fai e Uila – è stato possibile anche grazie al ruolo svolto dalle organizzazioni datoriali e alla loro capacità di accogliere importanti e fondamentali novità per la vita dei braccianti agricoli, aprendo definitivamente la strada ad un confronto che punta al miglioramento delle condizioni economiche e di vita degli operai. Una vita fatta spessissimo di grandi difficoltà e di distanze che durano anni e anni, soprattutto per i lavoratori stranieri”.
Tra le novità, la maternità al 100% dello stipendio per le donne e l’introduzione del sostegno economico anche alla paternità. “Finora – sottolineano Nati, De Luca e Biagioli – i braccianti che diventavano padri non potevano prendersi alcun periodo per smettere di lavorare e dedicarsi alla crescita del figlio assieme alla propria compagna. Adesso potranno prendersi la paternità, un diritto fondamentale. E, in diversi casi, conoscere un figlio nato a migliaia di chilometri di distanza”.
Per quanto riguarda invece il contrasto al caporalato, entra definitivamente a far parte del contratto dei braccianti tutta la nuova legislazione “in materia di azioni di contrasto contro il lavoro nero, lo sfruttamento e il caporalato. Le parti danno mandato all’Ente bilaterale di elaborare un progetto da realizzare con il coinvolgimento delle imprese e dei lavoratori che preveda iniziative, percorsi di formazione e di integrazione dei lavoratori migranti al fine di realizzare l’incontro tra domanda e offerta di manodopera, di concerto con il centro per l’impiego e gli altri enti pubblici”.
Viterbo – Antonio Biagioli della Uila
Altre due importanti novità introdotte nel rinnovo del contratto dei braccianti agricoli della Tuscia. La prima. L’istituzione di una commissione per contrastare le molestie nel settore agricolo e uno sportello anti molestie gestito dall’Ente bilaterale. La seconda. La possibilità di avere due giornate di permesso all’anno in occasione delle più importanti ricorrenze religiose.
“Un ruolo importante per arrivare alla firma del contratto – concludono infine i segretari generali dei sindacati dei braccianti di Cgil, Cisl e Uil – è stato svolto anche dal lavoro di sensibilizzazione e analisi del contesto bracciantile portato avanti dalle associazioni e dai giornali del territorio. Un lavoro che ha permesso di evidenziare problematiche e nuove istanze che hanno prodotto risultati rilevanti in diverse aziende già prima del contratto, aiutando poi il percorso che ha portato a quest’ultimo. Un percorso fatto di sinergie e contributi, ascolto, stima e partecipazione. Un percorso che deve continuare anche all’interno delle aziende, per l’applicazione del contratto. Nell’interesse dei lavoratori e dei loro diritti e della produzione agricola di qualità della provincia. Al servizio dello sviluppo del territorio”.
Daniele Camilli
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564PRIVACY POLICY