Mammagialla – Alle 13,25 Hassan Sharaf entra in cela d’isolamento
Viterbo – Una sintesi del video delle ultime due ore in carcere di Hassan Sharaf su Tpi-The post internazionale. Si tratta di immagini riprese tra le 13,25 e le 15,32 dalle telecamere della videosorveglianza interna del carcere di Mammagialla, di cui Tusciaweb propone alcuni screenshot.
Hassan Sharaf è il detenuto egiziano 21enne che attorno alle 15 del 23 luglio 2018 è stato trovato impiccato con delle lenzuola alle grate della finestra della cella d’isolamento dove era stato portato da meno di due ore in seguito a una sanzione disciplinare risalente a marzo.
Trovato in fin di vita, è giunto in coma all’ospedale di Belcolle, dove si è spento il 30 luglio di tre anni fa dopo una settimana di agonia. Il 9 settembre avrebbe finito di scontare la sua pena.
Mammagialla – Alle 15,32 Hassan Sharaf viene trasferito all’ospedale di Belcolle
Il 10 dicembre la procura generale della corte d’appello di Roma ha avocato a sé il fascicolo dell’inchiesta per istigazione al suicidio contro ignoti aperta dalla procura della repubblica di Viterbo, che ne ha chiesto l’archiviazione, stralciando la posizione di due agenti penitenziari, per i quali il processo si è aperto il 13 dicembre davanti al giudice Elisabetta Massini. Sono imputati di abuso di mezzi correzione in concorso aggravato da abuso di potere, per uno schiaffo sferrato da uno dei due alla presenza del superiore. Talmente forte da fargli sbattere la testa contro il muro.
Hassan Ramadan Mukhaymar Sharaf
Contestualmente è stata revocata la richiesta di archiviazione e acquisita la denuncia allegata al fascicolo presentata lo scorso 8 agosto dall’avvocato Michele Andreano del foro di Roma, che con il collega Giacomo Barelli assiste la madre, la sorella e il cugino che vive in Italia della vittima.
Le indagini saranno passate nuovamente al setaccio dai magistrati della procura generale, tenendo conto anche delle ulteriori quattro persone indicate dalle parti civili come possibili responsabili di tortura, omicidio colposo,omissione di soccorso e falso ideologico.
L’avvocato Andreano in particolare, oltre ai parenti stretti del 21enne, assiste anche la ong egiziana “Moltaquael Heval” che fin dal principio ha seguito il caso, di cui si è occupato anche il garante per i detenuti del Lazio. Tra le parti offese il consolato e l’ambasciata di Egitto a Roma.
Hassan Ramadan Mukhaymar Sharaf in ospedale
Poco prima di impiccarsi il 21enne si era procurato diversi tagli all’avambraccio sinistro, sotto gli occhi di una telecamera fissa del circuito di sorveglianza interno al carcere, posizionata in alto e puntata sul corridoio della sezione isolamento.
Nelle riprese si vede Hassan che si ferisce sporgendo le braccia fuori dalla porta a grate della cella. Nessuno sembrerebbe averlo notato. Nemmeno un altro detenuto che si vede passare in accappatoio davanti il ragazzo.
Poi arrivano due agenti. Lo schiaffo e la testa che rimbalza sul muro. Ma nessuna medicazione o primo soccorso per curare quelle ferite.
Mammagialla – Hassan Sharaf chiede aiuto dopo essersi procurato dei tagli alle braccia
Sharaf è nato in Egitto il 26 aprile 1997, nel villaggio di Abu Khashba, governatorato di Kafr el-Sheikh, nel nord del paese. Orfano di padre, finite le scuole primarie è giunto in Italia su un barcone nel 2012, quando aveva soltanto 15 anni. L’ultima volta che ha contattato i parenti è stato durante il mese sacro del Ramadan, che nel 2018 si è concluso il 14 giugno. Durante la telefonata, secondo la mamma Aida El-Shahat Selim, che ha ora 48 anni, avrebbe detto di essere perseguitato in carcere da un altro detenuto.
Nel nostro paese Sharaf era stato condannato a 3 anni di carcere per una rapina su un treno e a 4 mesi per lo spaccio di un “diecino” (10 euro) di hashish.
Hassan era stato trasferito a Mammagialla da Regina Coeli il 21 luglio 2017 per scontare un residuo di pena, la cui espiazione sarebbe maturata il 9 settembre. Già a maggio, secondo le indicazioni della procura minorile, avrebbe dovuto essere trasferito in un istituto penale minorile.