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Tribunale - L'unico che non ha mai rilasciato dichiarazioni agli inquirenti è il 25enne viterbese che ha fatto irruzione nell'ufficio

Rapina alle poste, parla il “palo” e fanno scena muta gli altri due “esecutori” del colpo

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Gli arrestati a dicembre: Daniele Casertano, Domenico Palermo, Christian Lanari e Massimiliano Ciocia

Le menti del colpo: Daniele Casertano, Domenico Palermo, Christian Lanari e Massimiliano Ciocia


Canino – (sil. co.) – Rapina alle poste di Canino, solo uno dei tre esecutori materiali del colpi si è lasciato interrogare dal gip. Roberto Gallo. 

Si è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia Riccardo Carloni Modesti. E’ il 25enne viterbese che lo scorso 28 novembre si è improvvisato “bandito solitario”, travestendosi da corriere e facendo irruzione all’ora di pranzo nell’ufficio del piccolo centro dell’Alta Tuscia facendosi consegnare pistola in pugno la somma, a seconda delle versioni, di 170mila (per il direttore-baista) o di 44mila euro (per gli altri complici). 

Carloni Modesti, indagato inizialmente a piede libero, è stato arrestato e condotto nel carcere di Mammagialla  lunedì mattina assieme agli altri due esecutori materiali del colpo, che facevano da pali in macchina su una Punto di colore rosso. Sono Roberto Gallo e Bruno Laezza, il primo 28enne di Marta e il secondo 37enne di Viterbo, per i quali, sempre il 25 gennaio, sono scattati i domiciliari, disposti dalla gip Savina Poli su richiesta del pm Franco Pacifici. 

Il 25enne viterbese, difeso dall’avvocato Luigi Mancini, è stato sentito dal gip Poli in carcere, dove ha fatto scena muta. Anche Laezza, difeso dall’avvocato Enrico Zibellini, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma solo perché, mentre era ancora indagato a piede libero, avrebbe già rilasciato spontanee dichiarazioni al pubblico ministero.

Ha invece risposto a tutte le domande Gallo, difeso dall’avvocato Giovanni Labate, anche lui già ascoltato a dicembre in procura, mettendosi subito a disposizione dell’autorità giudiziaria, confermando tutte le dichiarazioni già rese, spiegando il suo ruolo nella vicenda e i contatti avuti coi presunti complici. 

Nel frattempo non si esclude che possano essere nuovamente sentiti i quattro arrestati dell’8 dicembre. Sono il direttore 39enne Massimiliano Ciocia, ai domiciliari nella sua casa di Vetralla, che avrebbe dichiarato una somma “rapinata” di molto superiore ai 44mila euro dichiarati da altri complici e i tre presunti complici “pianificatori” finiti in carcere ovvero Christian Lanari, Domenico Palermo e Daniele Casertano. 

Del bottino, ad oggi, sono stati rinvenuti solo i 30mila euro che il direttore aveva tenuto per sé, sorpreso dai carabinieri mentre cercava di portarseli via in macchina dall’ufficio postale, senza sapere di essere pedinato dagli investigatori, che hanno subito nutrito sospetti sul suo conto. 


Canino - L'ufficio postale di viale Giuseppe Garibaldi

Canino – L’ufficio postale di viale Giuseppe Garibaldi


I quattro arrestati l’8 dicembre 2020

Massimiliano Ciocia – 39enne di Vetralla – Direttore dell’ufficio postale di Canino – Ritenuto la “talpa” della banda – Ai domiciliari

Christian Lanari – 41enne di Vetralla – Presidente del club di tifosi gialloblù Us Viterbese 1908 – In carcere

Daniele Casertano – 47enne di Viterbo – In carcere

Domenico Palermo – 42enne di Marta – In carcere


I tre arrestati il 25 gennaio 2021

Bruno Laezza – 37enne di Viterbo – Ai domiciliari

Roberto Gallo – 28enne di Marta – Ai domiciliari

Riccardo Carloni Modesti – 25enne di Viterbo – In carcere


Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.

Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.


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28 gennaio, 2021

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