Giudiziaria - Il capo tifoso gialloblù ha lasciato Rebibbia venerdì dopo nove mesi di carcere

I presunti pianificatori Daniele Casertano, Domenico Palermo, Christian Lanari e Massimiliano Ciocia
Viterbo – (sil.co.) – Rapina alle poste di Canino, Christian Lanari lascia il carcere romano di Rebibbia. Da venerdì scorso il 41enne di Vetralla è agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico. Grande appassionato di calcio e capo tifoso giallobù, pochi giorni dopo l’arresto Lanari aveva incassato la solidarietà dei tifosi del club Us Viterbese 1908 di cui è il presidente.
In carcere da nove mesi, gli è stato concesso (dal gip Giacomo Autizi, su istanza dei difensori Samuele De Santis e Graziana Papa, nonostante il parere negativo del pm) di proseguire la detenzione nella sua abitazione di Vetralla, in attesa del processo col rito abbreviato secco, fissato al prossimo 21 ottobre davanti al giudice per le indagini preliminari sia per lui che per cinque degli gli altri sei presunti complici, tra cui il direttore.
Con Daniele Casertano, Domenico Palermo e il direttore Massimiliano Ciocia, Lanari sarebbe uno dei quattro presunti pianificatori (arrestati l’8 dicembre dell’anno scorso) del colpo – da 170mila euro secondo il direttore, 44mila secondo i complici – messo a segno il 28 novembre 2020 all’ufficio postale di viale Garibaldi a Canino.
All’interno ha fatto irruzione un solo rapinatore – armato, di modestissima statura e travestito da corriere – mentre fuori lo aspettavano due pali su una Fiat Punto di colore rosso. Sono i tre esecutori materiali (Riccardo Carloni Modesti, Roberto Gallo e Bruno Laezza), raggiunti dalla misura di custodia cautelare lo scorso 25 gennaio.
“Siamo soddisfatti che il gip Autizi abbia accolto la nostra istanza, in quanto la posizione di Lanari deve essere distinta da quella degli altri coimputati”, commenta l’avvocato De Santis, che con la collega ha chiesto l’alleggerimento della misura ottenendo gli arresti domiciliari, seppure rafforzati dall’applicazione del braccialetto elettronico.
Lanari sostiene da sempre che il direttore abbia mentito per alleggerire la sua posizione quando lo ha accusato di essere stato lui a proporgli la rapina.
Quattro le parti offese che potranno costituirsi parti civili: poste italiane, lo stesso direttore-talpa e due impiegati.
Ciocia è difeso dall’avvocato Rosario Grasso Peroni del foro di Roma, Lanari dagli avvocati Samuele De Santis e Graziana Papa, Casertano e Palermo dai legali Salvatore Orefice del foro di Roma e
Khadija Elisabeth El Afia del foro di Pisa, Gallo da Giovanni Labate e Carloni Modesti da Luigi Mancini.

L’avvocato Samuele De Santis
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