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Tribunale - Sette i "banditi" identificati a tempo di record - Tra dicembre e gennaio, quattro sono finiti in carcere e tre ai domiciliari

Rapina alle poste di Canino, direttore e complici chiedono l’abbreviato

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Canino – (sil.co.) – Rapina alle poste di Canino, si va verso il rito abbreviato che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena. 

Ancora da fissare la data dell’udienza, che si terrà presumibilmente in tempi brevi, dopo la pausa estiva, tra settembre e ottobre davanti al giudice Giacomo Autizi. 

E’ il colpo messo a segno lo scorso 28 novembre con la complicità del direttore dell’ufficio di viale Giuseppe Garibaldi. 


Gli arrestati a dicembre: Daniele Casertano, Domenico Palermo, Christian Lanari e Massimiliano Ciocia

I pianificatori: Daniele Casertano, Domenico Palermo, Christian Lanari e Massimiliano Ciocia


Sette gli imputati

Pochi giorni dopo la rapina, l’8 dicembre, sono finiti in manette i primi quattro, i pianificatori, tre in carcere e il direttore ai domiciliari.

Ai domiciliari da oltre sette mesi il direttore Massimiliano Ciocia, 39enne di Vetralla, ritenuto la mente e talpa della banda, che dopo il fermo con parte del “bottino” in macchina si sarebbe reso disponibile a collaborare con gli investigatori. Sono invece tuttora in carcere Christian Lanari, 41enne di Vetralla, presidente del club di tifosi gialloblù Us Viterbese 1908. Detenuti anche Daniele Casertano, 47enne di Viterbo, e Domenico Palermo, 42enne di Marta.

Il 25 gennaio sono stati arrestati i tre esecutori materiali, due ai domiciliari e uno in carcere.

Ai domiciliari Bruno Laezza, 37enne di Viterbo, e Roberto Gallo, 28enne di Marta; in carcere Riccardo Carloni Modesti, 25enne di Viterbo, l’esecutore materiale della “finta” rapina.

Erano stati già fermati sulla Castrense, tre quarti d’ora dopo la fuga, da una pattuglia della polizia stradale. Ironia della sorte, sarebbero stati diretti a Montalto di Castro, per regalarsi un pranzo a base di pesce con una “mazzetta” pari a 1250 euro di banconote fresche di stampa trovata in loro possesso. 


Sconto di un terzo della pena

Lo scorso mese di giugno è arrivato il via libera all’immediato chiesto dal pubblico ministero Franco Pacifici, che ha coordinato le indagini chiuse in tempi rapidissimi da polizia e carabinieri. Tra i difensori Enrico Zibellini, Giovanni Labate, Luigi Mancini e Samuele De Santis.

Il processo a Ciocia, Lanari, Casertano, Palermo, Laezza, Gallo e Carloni Modesti è stato fissato al 16 ottobre davanti al collegio presieduto dal giudice Silvia Mattei. Ma per l’appunto le difese hanno optato per l’abbreviato, il rito alternativo che, oltre a permettere di definire in tempi rapidi il processo, consente agli imputati, in caso di condanna, di usufruire dello sconto di un terzo della pena. 


Canino - L'ufficio postale di viale Giuseppe Garibaldi

Canino – L’ufficio postale di viale Giuseppe Garibaldi


Il giallo del bottino: 170mila o 44mila euro?

Il direttore Ciocia, come è noto, avrebbe dichiarato una somma “rapinata” di 170mila euro. Un bottino di molto superiore ai 44mila euro dichiarati dai tre presunti complici “pianificatori” Lanari, Palermo e Casertano. 

Della refurtiva, ad oggi, sono stati rinvenuti solo i 30mila euro che il direttore aveva tenuto per sé, sorpreso dai carabinieri mentre cercava di portarseli via in macchina dall’ufficio postale, senza sapere di essere pedinato dagli investigatori, che hanno subito nutrito sospetti sul suo conto. 

All’appello mancherebbero circa 130mila euro. I soldi che Casertano, Palermo e Lanari (Il quale avrebbe presentato i primi due al direttore) avrebbero chiesto qualche giorno dopo allo stesso Ciocia, minacciandolo di morte. 


Tradito dalla taglia “small” il rapinatore solitario

Riccardo Carloni Modesti è il “rapinatore solitario” di modesta statura che, travestendosi da corriere e facendo irruzione all’ora di pranzo nell’ufficio del piccolo centro dell’Alta Tuscia si è fatto consegnare, pistola in pugno, la somma, a seconda delle versioni, di 170mila (per il direttore-basista) o di 44mila euro (per gli altri complici).

A tradirlo, tra le altre cose, sarebbe stata anche la taglia small. Roberto Gallo e Bruno Laezza, invece, avrebbero fatto da palo in macchina su una Punto dal vistoso colore rosso.

Sulla Fiat Punto rossa ripresa dalla videosorveglianza, non c’era altro denaro oltre ai 1250 euro, né la pistola usata da Carloni Modesti, né la tuta blu indossata per travestirsi da corriere. Lui era seduto dietro, senza scarpe, come se avesse appena finito di cambiarsi. I pali sui sedili anteriori. Ma per l’appunto avrebbero avuto tutto il tempo di far sparire le prove e consegnare ai pianificatori il bottino.


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23 luglio, 2021

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